Termoscanner: contribuirà a fermare la pandemia misurandoci la febbre

Prepariamoci ad essere esaminati dai termoscanner. Con la Fase 2 annunciata dal presidente Conte qualche giorno fa, infatti, si esce dal lockdown per tornare lentamente (molto) alla normalità. Nei prossimi mesi dovremo imparare a convivere con il coronavirus, cercando di riattivare le attività produttive e sociali, senza però perdere di vista la curva del contagio. Questa dovrà continuare ad abbassarsi. Se non sarà così rischieremo di tornare indietro alla Fase 1.

Termoscanner, strumento sempre più diffuso

Uno degli strumenti nei quali ci imbatteremo spesso è il termoscanner per il rilevamento della temperatura corporea. Ce ne saranno agli ingressi di aziende e stazioni, centri commerciali e aeroporti, nonché nei luoghi pubblici e privati dove si registra una grande affluenza di persone.

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A cosa servono

In sostanza se il termoscanner rileverà una temperatura corporea superiore a 37.5 gradi potremmo dover rinunciare a entrare nel luogo in cui ci stavamo recando: al lavoro, a fare la spesa, in viaggio. Al contrario, saremo invitati a rincasare e a contattare il medico di curante per chiedergli disposizioni. Tutto questo, naturalmente con l’obiettivo di prevenire che eventuali portatori del virus possano diffonderlo alle altre persone accendendo nuovi focolai d’infezione.

Termoscanner, come funziona

Con appositi sensori, il termoscanner è in grado di rilevare anche a distanza il quantitativo di raggi infrarossi che ogni corpo emette in base alla sua temperatura. In medicina, grazie al dispositivo non è solo possibile rilevare la temperatura corporea, ma anche aree del corpo infiammate per presenza di lesioni e infiammazioni. Senza dubbio il termoscanner darà una grossa mano al contenimento della pandemia. Nel frattempo è sempre bene ricordare che le regole del distanziamento sociale, lavarsi bene le mani e indossare mascherine quando si esce restano al momento le uniche che possono aiutare a prevenire il contagio.

Foto di Emilian Robert Vicol da Pixabay