Vaccini coronavirus, il valzer delle temperature

Negli ultimi giorni è iniziato il valzer degli annunci per il lancio di nuovi vaccini contro il coronavirus. Le grandi aziende farmaceutiche stanno presentando i loro preparati: danze aperte da Pfizer il cui vaccino però deve essere conservato a -80°C, proseguito con l’annuncio di Moderna che invece promette un farmaco gestibile con più facilità. Facciamo il punto sui vaccini contro il covid a tutt’oggi in avanzata fase di studio e anche già pronti.

Vaccini contro il coronavirus: Pfizer

Per prima, qualche giorno fa, è arrivata casa farmaceutica statunitense Pfizer che, in collaborazione con l’azienda tedesca BionTech, ha annunciato un vaccino efficace nella prevenzione del 90% delle infezioni da coronavirus, realizzato con l’innovativa tecnica delle nanoparticelle lipidiche. Il “BNT 162”, questa la sigla che identifica il prodotto, però, ha un problema: deve essere conservato a una temperatura estrema di -80 gradi centigradi. L’efficacia al 90% annunciata da Pfizer permetterà all’azienda statunitense di aggiudicarsi la più ampia fetta di mercato, nonostante gli evidenti problemi di stoccaggio? L’azienda, come noto, ha raggiunto un accordo con l’UE per la fornitura di 200 milioni di dosi di questo prodotto, con opzione per altri 100 milioni (27 milioni di queste arriveranno in Italia). Occorrerà dotarsi di costosi frigoriferi per conservare quello che è stato definito dalla stessa Ursula Von Der Leyen come il vaccino più promettente fin’ora.

L’annuncio di Moderna

Il secondo player in questa gara contro il Covid è Moderna che, qualche giorno dopo Pfizer, ha annunciato di aver messo a punto un preparato dalla performance ancora più elevata. Americana come Pfizer, Moderna ha annunciato un vaccino che, stando ai dati della sperimentazione, è efficace nella prevenzione del 94,5% delle infezioni. La buona notizia è che si conserva in un frigorifero normale, tra 2 e 8 gradi, per 30 giorni. Il farmaco resta stabile addirittura per 12 ore a temperatura ambiente. L’azienda produrrà 20 milioni di dosi che metterà a disposizione degli USA entro fine 2020.

Il vaccino di AstraZeneca

Nasce dalla collaborazione l’Istituto Jenner dell’Università di Oxford, l’IRBM di Pomezia e l’azienda farmaceutica AstraZeneca. Secondo lo stesso presidente IRBM, Piero di Lorenzo, i primi risultati della sperimentazione potrebbero essere divulgati entro dicembre e la commercializzazione cominciare addirittura prima di quella dei competitor.

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Il vaccino russo Sputnik V

La sfida globale in materia di vaccini vede anche la Russia in prima fila con il suo Sputnik V, sviluppato dal Centro Gamaleya e registrato l’11 agosto scorso. Questo vaccino è stato lanciato dopo due sole fasi di test in cui si è rivelato efficace contro il virus. Disponibile in formula liofilizzata, sotto forma di polvere secca surgelata, questo vaccino secondo i dati preliminari è efficace nel 92% dei casi. Ma su questo preparato la comunità scientifica è divisa.

Tutti gli altri vaccini contro il coronavirus

In arrivo numerosi altri vaccini. In Gran Bretagna oltre a quello di AstraZeneca è alle fasi finali anche il vaccino Janssen della Johnson&Johnson, in Cina sono al lavoro CanSino Biologics, Sinopharm e Sinovac. Dall’India si attendono notizie dalla Nahrat Biotech che lavora al Covaxin. Infine ecco Novavax e Medicago, quest’ultima finanziata dalla Philip Morris. Insomma, la scelta è ampia e la partita per decretare il prodotto migliore è sicuramente ancora aperta.

In apertura: Foto di Gerd Altmann da Pixabay