criptovaluteHi TechLo sapevi che...?

Storia di Ethereum, il “DAO” e quel gattino da 170.000 dollari…

Da un’idea geniale di Vitalik Buterin è nato un progetto che tanti insegnamenti ha offerto al mondo delle crypto

Proseguiamo la nostra Storia delle Criptovalute, passando a raccontare le vicende legate alle origini e all’evoluzione di Ethereum che oggi, dopo Bitcoin, è la seconda criptovaluta per capitalizzazione (213,67 miliardi di dollari!).

Storia di Ethereum: le origini

Le origini di Ethereum affondano nel lontano 2013, quando un giovane genio, Vitalik Buterin, si chiese: “E se la blockchain potesse fare di più?”. Bitcoin era una rivoluzione, ma limitata ai pagamenti; Vitalik si spinse oltre: immaginò una piattaforma che ospitasse contratti intelligenti e applicazioni decentralizzate (o dapp), un mondo digitale senza intermediari. Scrisse un white paper – ovvero una dettagliata presentazione della sua idea – e, nel 2014, lo presentò alla North American Bitcoin Conference. Quel momento fu il seme di una nuova era.

Il lancio: ecco “Frontier”, il blocco genesi prende vita

Lanciata l’idea, nacque l’Ethereum Foundation: il progetto iniziò a prendere forma. Una campagna di crowdfunding raccolse denaro in bitcoin, e il 30 luglio 2015, Ethereum debuttò con “Frontier”, prima versione della sua rete. Il blocco genesi si accese, con un valore iniziale di ETH pari a circa 0,30 dollari. Fu un esperimento audace: una rete dove chiunque poteva programmare il futuro, dai contratti automatici ai sogni digitali.

La crisi del DAO: un thriller decentralizzato in salsa Ethereum

Ma nel 2016, la storia di Ethereum si tinse di dramma. Il DAO, organizzazione autonoma sulla rete Ethereum che cercava di realizzare un progetto pionieristico, raccolse 150 milioni di dollari. Il suo era un progetto ambizioso, ma un hacker ne sfruttò una vulnerabilità rubando oltre 50 milioni! Ci fu una grande crisi che spaccò la comunità: si dibatteva sull’opportunità di intervenire sulla blockchain per cancellare il furto, o lasciarla immutata. La maggioranza scelse un hard fork, creando una nuova versione di Ethereum. I puristi, invece, un gruppo di idealisti della blockchain, tra cui sviluppatori, filosofi e libertari, videro questa operazione (il fork) come un tradimento. Per loro, la blockchain è immutabile: una volta scritto, il codice è legge, errori inclusi. Così, rifiutarono la nuova catena e continuarono a supportare quella originale, che divenne Ethereum Classic (ETC – il cui valore oggi, 6 maggio 2025, è di 7,52 euro per moneta).

L’ascesa: gatti virtuali e grandi aziende

Tutto male? No, nonostante il DAO, Ethereum esplose nel 2017 con il gioco CryptoKitties e i suoi gattini digitali. Tutto sembrava andare per il verso giusto, ma quando ormai ci si stava dimenticando del furto dell’anno precedente, ne capitò un’altra. Era il novembre 2017: CryptoKitties, tutt’ora esistente, che permette di comprare, allevare e scambiare gattini digitali, ognuno unico e rappresentato come un NFT (non-fungible token) intriga e coinvolge il pubblico perché ogni felino virtuale presenta caratteristiche rare e i giocatori possono “incrociarlo” con un altro per crearne di nuovi. La mania, all’epoca, esplose: un gatto virtuale fu persino venduto per 170.000 dollari. Boom! Migliaia di utenti si buttarono nel gioco.

Il prezzo del successo

Ma il successo ha un prezzo. La rete Ethereum, non pronta a gestire un volume di transazioni così elevato, si congestiona. Le tariffe del gas (i costi per elaborare operazioni) schizzano alle stelle, e le transazioni rallentano drasticamente. Per giorni, trasferire ether o usare altre dapp diventa un’agonia. CryptoKitties, oltre a essere un fenomeno virale, dimostra tutto il potenziale di Ethereum per le applicazioni di massa ma, allo stesso tempo, fa squillare campanello d’allarme sulla sua scalabilità, ovvero sulla sua capacità di gestire un numero crescente di transazioni in modo efficiente. I gattini digitali, con i loro musi pixellati, diventano il simbolo di un sogno decentralizzato che deve ancora crescere. mostrandone limiti e potenzialità. Ma, gattini a parte, la strada verso il successo è segnata: l’Enterprise Ethereum Alliance (EEA), organizzazione internazionale senza scopo di lucro fondata nel febbraio 2017 per promuovere l’adozione di Ethereum in ambito aziendale, attirò colossi come Microsoft, segnando l’ingresso delle imprese nel mercato. Nel 2018, lo standard ERC-721 fece nascere gli NFT, trasformando Ethereum nella casa dei collezionabili digitali. La sua crescita sembrava inarrestabile.

Evoluzione tecnica: il grande balzo verde

La storia di Ethereum si arricchì di upgrade. Nel 2021, Berlin e London (con l’aggiornamento EIP-1559) resero le tariffe più gestibili. EIP-1559, in particolare, contribuì a risolvere problemi di scalabilità e volatilità delle tariffe. Poi, il 15 settembre 2022, arrivò “The Merge“, un passaggio epocale da proof-of-work a proof-of-stake, tagliando il consumo energetico del 99%. Aggiornamenti come Shapella, infine, consolidarono una rete più sostenibile e flessibile.

Ethereum oggi: il re della decentralizzazione

Nel maggio 2025, Ethereum domina DeFi e NFT, con un valore di ETH pari a circa 1.700 dollari per moneta, ma il picco di valore massimo è stato di 4,891.7 dollari nel novembre del 2021, facendo segnare, allora, una capitalizzazione di mercato di oltre 400 miliardi di dollari. Da quel 0,30 dollari iniziale, la storia di Ethereum è un viaggio di innovazione, sfida, superamento di stati di crisi. Un percorso che ha ridefinito la blockchain. Oggi secondo solo dietro Bitcoin, è una piattaforma vitale per il futuro digitale sulla quale nascono e si articolano un’infinità di progetti crypto.

In apertura: Foto di Az1975 da Pixabay

DISCLAIMER FINANZIARIO:
Le informazioni in questo articolo sono solo informative e non costituiscono una sollecitazione, offerta o raccomandazione all’acquisto, vendita o investimento in Bitcoin o criptovalute. Il valore delle criptovalute è volatile e soggetto a rischi, tra cui fluttuazioni di mercato, frodi, attacchi informatici e cambiamenti normativi. I rendimenti passati non garantiscono risultati futuri. Consultate un consulente finanziario qualificato e valutate la vostra situazione prima di investire. Gli autori e l’editore declinano ogni responsabilità per perdite o danni derivanti dall’uso di queste informazioni. Gli investimenti in criptovalute potrebbero non essere regolamentati e non adatti a tutti.

Condividi su: